Le cause di Insufficienza Renale Cronica (IRC) nel bambino sono soprattutto di natura congenita, ma anche in età pediatrica possono verificarsi patologie acquisite in grado di causare IRC.
La terapia dell’insufficienza renale cronica, soprattutto nel bambino molto piccolo, richiede grande attenzione poiché, se inadeguata o tardiva, può influire marcatamente sulla crescita, oltre che sulla rapidità di evoluzione dell’IRC. Una volta diagnosticata l’IRC, è importante identificarne la causa e trattare tutte le complicanze. Un primo esame in grado di indirizzare la diagnosi è spesso rappresentato dall’ecografia renale e vescicale.
Andrà poi programmata una dieta che preveda un adeguato apporto calorico e proteico (quest’ultimo ridotto negli stadi più avanzati della malattia), unitamente a farmaci ed integratori come i chelanti del fosforo, l’eritropoietina ed il ferro, l’acido folico e la vitamina D e, nei casi di ritardo di crescita staturale, sarà necessario intraprendere un trattamento con ormone della crescita (GH).
Quando la terapia conservativa non è più in grado di garantire il benessere del bambino, bisogna ricorrere alla dialisi e, quindi al trapianto renale.
La cura del bambino nefropatico comporta la presa in carico sia del piccolo paziente che delle famiglie: durante il periodo di pre-dialisi si instaura un rapporto di fiducia reciproca che ha l’obiettivo di favorire un adattamento graduale alla dialisi e alla dipendenza dalla macchina.
La dialisi in età pediatrica segue gli stessi principi di quella per gli adulti, tuttavia, per i bambini più piccoli (di peso inferiore 10-15 kg), nei quali l’emodialisi sarebbe difficoltosa, la scelta ricade sempre sulla dialisi peritoneale.
Per i bambini più grandi, come per gli adulti, la scelta deve tenere conto di numerose variabili, in primis la volontà del paziente, poi anche la distanza dal centro (poiché i centri di emodialisi pediatrici non sono diffusi come quelli per l’adulto) lo stile di vita quotidiana del bimbo e della famiglia, la situazione lavorativa dei genitori, la possibilità di accompagnare il bambino in terapia, infine le contro-indicazioni ad effettuare una specifica modalità dialitica e la difficoltà di reperire gli accessi vascolari.
Durante questo delicato periodo, i bambini spesso devono allontanarsi per lunghi periodi non solo dalla propria abitazione ma anche dalla propria città, e quindi anche dalla scuola e dai compagni di classe.
Gli ospedali pediatrici di solito sono strutturati per aiutare i bambini a proseguire il percorso scolastico, con insegnanti inviati dal Ministero della Pubblica Istruzione per fare “la scuola” in ospedale.
Fortunatamente i trapianti per i piccoli pazienti sono più rapidi, anche se, proprio per le caratteristiche della patologia cronica dalla quale sono affetti, sarà molto probabile che nel corso della loro vita si ritrovino di nuovo in terapia dialitica a seguito del rigetto del trapianto.
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